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Appunti di viaggio: il NEPAL. Chiusura mostra
Domenica 7 settembre a Candelara chiude la mostra inaugurata il 24 agosto 2014, alle ore 21.30, un discreto numero di persone ha partecipato, presso il giardino di San Francesco, all’inaugurazione della mostra intitolata: “Appunti di viaggio: Nepal visto da un occidentale”, fotografie del candelarese Giancarlo Bertozzini, evento promosso dalla Pro Loco di Candelara. Bertozzini è il terzo anno consecutivo che espone a Candelara le foto dei suoi avventurosi viaggi alla scoperta di civiltà diverse dalle nostre; durante questi viaggi egli vive secondo i modi e le abitudini locali, evitando le località turistiche. Questi reportage fotografici diventano un vero e proprio diario della vita e cultura. Protagonista di quest’anno è un viaggio effettuato nel 1986 nella Repubblica Federale Democratica del “Nepal”, in Asia meridionale. La mostra si apre con un’immagine della catena montuosa dell’Himalaya, fotografata dall’oblò dell’aereo. Giancarlo ha spiegato che parte della popolazione nepalese, molto povera, è impegnata nel trasporto delle merci sulla catena montuosa. Il viaggio realizzato da una decina di italiani, in nove giorni, ha attraversato le tre città di Patan, Bhadgaon e Katmandu la capitale (dove ad esempio hanno visitato il tempio buddhista presso il quale erano soliti recarsi gli “hippies” in quanto gli era concesso di fumare oppiacei). Gli abitanti del Nepal sono prevalentemente di religione induista, buddista ed in minima parte mussulmana. Tra le tante immagini di statue, sicuramente quella che colpisce di più è quella della dea induista Kalì; il piedistallo ai piedi della stessa è tinto di rosso non con pigmenti ma per con il sangue dei sacrifici animali che a lei vengono offerti. Altre immagini mostrano un numero ingente di donne in fila per adorarla, tra le quali ad esempio si nota una ricca donna sposata (riconoscibile perché porta un segno rosso disegnato sulla fronte); non passa inosservato il fatto che essa indossi una borsa firmata dalla nostra corregionale Roberta da Camerino. Innanzi al tempio, come nelle nostre feste patronali, c’è un mercato: tra i vari venditori si scorge una donna che vende colori i quali, se utilizzati per disegnare sulle porte delle abitazioni, tengono lontani gli spiriti maligni; vi sono anche dei venditori ambulanti di cibo. Bellissimi gli scorci urbani delle città: si notano le guglie placcate in oro dei templi, i ricchi palazzi decorati con una sorta di “horror vacui”, le gigantesche statue di animali mitologici o guerrieri posti a protezione delle porte d’ingresso ai templi. Ma ad un costruttore edilizio come Giancarlo non sono passate inosservate le particolari forme delle finestre, caratterizzate da architrave e soglia vistosamente allungate al fine di evitare rotture e cedimenti del muro in caso di terremoto. Le città sono caratterizzate da una popolazione che vive, frequenta i mercati o i negozi che espongono abbondantemente le loro merci anche al di fuori delle vetrine. Particolare è la scena di uno sciopero comunista. Una scena molto comune è invece quella dei monaci buddisti che chiedono la carità fuori dai templi, oppure la presenza di santoni delle diverse divinità, quali ad esempio quella del Shiva, che si contraddistinguono per il simbolo del tridente disegnato sul viso o portato come ornamento. Tra tutte le decorazioni del palazzo quella che colpisce di più noi occidentali è quella che illustra il “Kamasutra”: infatti, in questa cultura parlare ed illustrare scene di piacere sessuale è normale e non è un tabù. Lorenzo Fattori Inserito il 05/09/2014 nella categoria Cultura
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