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diVerso-in-Verso-Antologia-Poetica-2010-di-Carina-Spurio
Le pagine (r)accolgono dolori differenziati, amori di plastica, anni di piombo, spirali di lettere come i vortici del destino. Il tempo all’interno delle liriche, s’attarda nell’idea che in genere si accomoda imbarazzata su un punto indefinito del foglio come su un divano barocco. Sfoglio le pagine. celato nelle cose quotidiane […]…[…] mentre i sogni eterni gridano.” Al centro del bianco, come una vera protagonista, resta Poesia. Resisto in apnea tra le “Stagioni”, i “Mari e Monti”, le “Tele d’amore”, “Gli occhi del miura” e i “Sussulti violenti”. Mi fermo sulla “Piazza” e tra “I frantumi del tempo” scorgo ancora “Grappoli di stelle” appesi ad una “Luna mistica” che mi ricorda “Memorie lontane”mentre “Il vento” intreccia “Ordinati silenzi” “Nell’ora più buia” quando “Un angelo ribelle” non protegge il “Cuore di un bambino”, né ”L’Infanzia violata”. Sopravvivere è ciò che rimane tra questi versi liberi che sillaba dopo sillaba incontrano il male di vivere. I nuovi Poeti scrivono nella speranza di rallentare un tempo veloce. Un tempo di codici a barre, scontrini fiscali e di numeri da pagare. La loro ombra s’allunga e si staglia contro quella di chi nell’ombra di se stesso ci vive. In bilico, senza nessuna speranza, continuano a scrivere, fertili come un campo di grano che nessuno coltiva più, affinché quei versi compressi come grani del rosario, dopo aver fermato il delirio, s’arrampichino come edera sui rami tesi verso la cupola azzurra. Forse guariranno, sospesi tra l’azzurro del cielo e gli eterni enigmi, ma saranno ancora pericolosi dopo una notte insonne, ansiosi di imprimere una nuova ricetta di vita che forse qualcuno leggerà. Il cielo, intanto, si è fatto nero come la pece, privo di istruzioni sul bene e sul male stampate nelle solite stelle. Sulla terra senza luce, Poesia si adatta al presente, ai suoi istanti cruciali e chiude nei metri depressioni epocali, catastrofi naturali, l’impotenza. La nuova Poesia, completamente schiava del senso, resta impigliata nei ricordi, si fissa su un punto e ci resta, a costo di strangolare la Luna per restare memoria. Domani, Il tenero Poeta continuerà il suo canto. Egli è forte, da bravo guerriero sa che "Si sta come /d'autunno/ sugli alberi/ le foglie" da “Soldati” (G. Ungaretti). I combattenti in guerra non stanno forse come le foglie sugli alberi che rischiano di cadere? Gentilissima poetessa Carina Spurio, è difficile dare una definizione univoca ed esaustiva della poesia, perché la poesia è tutto. Tenterò pertanto di dire qualcosa. La poesia è costituita da tutto quell’universo di sentimenti che agita il nostro cuore: l’amore, l’amicizia, i nostri ricordi, la solidarietà, le nostre ansie, i nostri tremori; ed ancora: il senso della morte, la nostra aspirazione all’immortalità. Con la poesia si può cogliere la vita nella globalità dei suoi aspetti, tragici come umoristici. Si può essere poeti del mistero (e la realtà è mistero, come insegna Ungaretti). Si può essere poeti del proprio vissuto, ma ci si può proiettare fuori della propria soggettività, nel tempo e nello spazio, ed essere poeti della storia come delle inquietudini che tormentano il mondo contemporaneo. In quest’ultima accezione il poeta, che dice sempre parole di sapienza, è anche fattore della storia: o, meglio, potrebbe esserlo se le sue parole non rimanessero inascoltate e se tutti (non solo gli interessati, ma anche la gente comune) le leggessero e le interiorizzassero. Il poeta diventa quindi il Sapiente, il Vate, è colui che è riuscito ad inerpicarsi su per l’aspro cammino della conoscenza, ne ha salito tutti i gradini, pervenendo alla “visione” completa di quell’incorporeo mondo (si pensi a Platone) in cui sfolgorano sovrane le idee del Bello, del Bene … del Sublime. Per essere un po’ più “terrestri”, tutti avvertono in se stessi sensazioni, sentimenti, ecc: riesce però a fare poesia colui che ha il dono della parola, e se questa funziona a mo’ d’un a-priori kantiano a plasmare e a dare valore artistico a tutto un mondo di pensieri e d’emozioni. Una parola che è metafora, ma anche (e perché no?) ritmo, suono, rima, ecc., che s’innestano in un tutt’uno nell’intimo sentire del poeta. Come insegna Dalmazio Masini, un poeta fiorentino che ha fondato una scuola poetica, il “Dolce Stile Eterno”: una scuola che vede di anno in anno aumentare i propri adepti e che ha l’obiettivo di riscoprire, anche con l’invenzione di formati poetici nuovi ed evitando le espressioni desuete del passato, la metrica classica, che ha prodotto, nel corso dei secoli, capolavori immortali. (Vittorio Verducci), Notaresco (Teramo). La poesia è il cassetto privato in cui nascondo ricordi e pensieri, emozioni e paranoie, euforie e sensi di inadeguatezza: è un’altra me. Scrivo quando le ingiustizie sociali mi graffiano la pelle, scrivo quando le emozioni sono troppo forti per essere sentite tutte insieme... Scrivo. Prendo il primo foglio che trovo e -di getto- riverso su di lui tutto quello che ho dentro. Metto ordine fra gli umori e mi ritrovo. Come un’abile massaia, impasto parole in versi, aggiungo metafore e lascio riposare “il composto” per qualche istante. Poi rileggo le frasi e ritrovo il sorriso. Sempre. (Chiara Scarlato), Pescara. Per me la poesia è una forma d'arte che aiuta, a volte, a decifrare il mondo meraviglioso e terribile che ci circonda. E' una chiave di lettura per acquisire qualche nuova consapevolezza, ed è qualcosa di intimamente legato al rapporto io-mondo. Non credo, quindi, che nella ricerca di tali consapevolezze possa trovar spazio una certa "voglia di mostrarsi", purtroppo da sempre e per sempre in voga. (Francesco Sicilia), Salerno. Poesia è il pensiero intimo di un particolare evento di vita che colpisce profondamente l’anima, la parte più nobile della persona, essendo espressione pura del pensiero. Essa vuol esternare al lettore, che entra pienamente nel contenuto poetico, la possibilità di acquisire un pensiero saturo di sentimenti solenni. L’acquisizione piena, ovvero l’acme del contenuto poetico, che esprime una serie di valori fondati sulla realtà o sulla creatività fantastica, fra lettore e scrittore, coincide perfettamente quando lo stato d’animo di chi legge è in sintonia con quello dell’autore. (Tonino Di Natale), Teramo. Quando scrivo una poesia mi piace pensare che essa sia una forma di comunicazione diretta tra me stessa ed il mondo che mi circonda; adoro dare spazio all'antica idea di "poiesis" (possa essere perdonato il mancato utilizzo dell'alfabeto greco non presente in questo programma), ossia di "creare" perché la poesia è un modo particolare di "comporre, fare" ed in particolare di fare delle proprie emozioni una forma di dialogo tra noi stessi e quanto ogni mattina ci dà il "buongiorno", ossia , la realtà in cui viviamo. Attraverso la poesia possiamo anche manifestare agli altri le nostre emozioni , le nostre sensazioni, e quelle immagini che tutti i giorni sfogliamo nel book fotografico presente nella nostra mente e che rimarrebbe soltanto per noi se non invitassimo gli altri a fare parte di questo piccolissimo "tour"; non avrebbe senso tenere nascoste quelle "entità" presenti in noi e di cui siamo fieri. E' un pò come un figlio : anche un figlio è di nostra creazione, anche di un figlio siamo fieri, anche per un figlio proviamo emozioni vere … anche un figlio è un legame diretto che manteniamo con la realtà. (Alessandra Renzetti), Spoltore, Pescara. Sono convinto che la poesia sia un pezzo di carne che si alza dal corpo per strappare la volta del cielo ed intravedere il caos. (Emilio De Grazia) Inserito il 17/01/2011 nella categoria Libri
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